Alle vostre capacità intellettuali molto limitate, alla vostra spiritualità embrionale non è concesso conoscere il mistero della natura di Dio.
Ma agli spirituali, fra la massa dei cosiddetti spirituali, il mistero si rende più conoscibile.
Agli amanti del Figlio, a coloro che sono veramente segnati del mio Sangue, il mistero si svela con maggiore chiarezza perché il mio Sangue è Scienza e la mia predilezione è Scuola.
Oggi è grande festa in Cielo perché tutto il Cielo canta oggi il Sanctus all’Agnello il cui Sangue fu versato per la Redenzione umana.
Tu sei una delle poche, troppo poche creature che venerino il mio Sangue come va venerato.
Ma a coloro che lo venerano, da quando esso fu sparso, quel Sangue parla con parole di vita eterna e di scienza soprasensibile.
Se il mio Sangue fosse più amato e venerato, più invocato e creduto, molto del male che vi porta all’abisso sarebbe scongiurato.
Parlò, questo Sangue, quando ancor non era sotto figura dell’agnello mosaico, sotto il velo delle profetiche parole nel segno del Tau preservatore; parlò, dopo che fu sparso, nella bocca degli apostoli; grida il suo potere nell’Apocalisse; invita col suo chiamare dalle bocche dei mistici.
Ma non è amato.
Non è ricordato.
Non è invocato.
Non è venerato.
Tante feste ha la mia Chiesa. Ma una festa solennissima per il mio Sangue manca.
E nel mio Sangue è la salvezza!
Divinissimo Sangue che sgorghi per noi dalle vene del Dio umanato,
scendi come rugiada di redenzione sulla terra contaminata
e sulle anime che il peccato rende simili a lebbrosi.
Ecco, io ti accolgo, Sangue del mio Gesù,
e ti spargo sulla Chiesa, sul mondo, sui peccatori, sul Purgatorio.
Aiuta, conforta, monda, accendi penetra e feconda, o Divinissimo Succo di Vita.
Nè ponga ostacolo al Tuo fluire l'indifferenza e la colpa.
Ma anzi per i pochi che ti amano, per gli infiniti che muoiono senza di Te,
accellera e diffondi su tutti questa divinissima pioggia onde a Te si venga fidenti in vita,
per Te si sia perdonati in morte, con Te si venga nella gloria del tuo Regno.
Così sia.
Oggi, festa del mio Sangue, ti illumino un mistero.
Di’: “Gloria al Padre, al Figlio, allo Spirito Santo”, poiché è di Noi che ti voglio parlare.
Alla vostra pesantezza umana sono occorse figure per pensare al Padre e allo Spirito, esseri incorporei di infinita bellezza, ma che voi non concepite coi vostri sensi umani.
Tanto che difficilmente ad Essi vi volgete, con tutta la pienezza del pensiero, per invocarli come invocate Me che pensate come Uomo-Dio.
Non comprendete perciò neppure lontanamente l’incomparabile mistero della nostra Trinità.
Per pensare a Dio non bisogna portare paragoni con esseri creati.
Dio non si paragona.
Egli è.
Nell’essere c’è tutto.
Ma l’essere non ha corpo, e l’Essere eterno non ha corpo.
Guarda: Dio è luce.
Ecco l’unica cosa che può ancora rappresentare Iddio senza essere in antitesi con la sua spirituale Essenza.
La luce è, eppure è incorporea.
Tu la vedi ma non la puoi toccare.
Essa è.
La nostra Trinità è luce.
Un’illimitata luce.
Sorgente a Se stessa, vivente di Se stessa, operante in Se stessa.
L’universo non è tanto grande quanto Essa è infinita.
La sua essenza empie i Cieli, scorre sul Creato, domina sugli antri infernali.
Non vi penetra - sarebbe finito l’Inferno - ma li schiaccia col suo rutilare che è beatifico nel Cielo, confortatore sulla Terra, terrorifico nell’Inferno.
Tutto è trino in Noi.
Le forme, gli effetti, i poteri.
Dio è luce.
Una luce vastissima, maestosa e pacata, è data dal Padre.
Cerchio infinito che abbraccia tutta la Creazione, dall’attimo in cui fu detto: “Sia la luce” fino ai secoli dei secoli, poiché Dio, che era in eterno, abbraccia la Creazione da quando essa è, e continuerà ad abbracciare quanto nell’ultima forma, l’eterna, dopo il Giudizio, rimarrà del Creato.
Abbraccerà coloro che sono eterni con Lui nel Cielo.
Dentro al cerchio eternale del Padre è un secondo cerchio, generato dal Padre, diversamente operante eppure non contrariamente operante, perché l’Essenza è una.
Esso è il Figlio.
La sua luce, più vibrante, non dà soltanto la vita ai corpi, ma dà la Vita alle anime, che l’avevano perduta, mediante il suo Sacrificio.
È un dilagare di raggi potenti e soavi che nutrono la vostra umanità e ammaestrano la vostra mente.
All’interno del secondo cerchio, prodotto dai due operare dei primi cerchi, è un terzo cerchio dalla luce ancora più vibrante e accesa.
È lo Spirito Santo.
È l’Amore prodotto dai rapporti del Padre col Figlio, tramite fra i Due, origine e conseguenza dei Due, meraviglia delle meraviglie.